1493 Diario di bordo by Cristoforo Colombo

1493 Diario di bordo by Cristoforo Colombo

autore:Cristoforo Colombo [Colombo, Cristoforo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History
editore: Einaudi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Guacanagarí, e partire in nome del Signore, e gli diede

una sua camicia e gli mostrò la forza delle bombarde, e

l’effetto loro; e a tale scopo ne fece caricare una e or-

dinò che si tirasse contro la murata della nave che stava

in secca; e ciò si fece a seguito di una conversazione sui

caribes, con i quali sono in guerra; e Guacanagarí vide

fin dove giunse la bombarda e come oltrepassò la fian-

cata della nave, perdendosi assai lontana in mare. Ordi-

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Cristoforo Colombo - Diario di bordo

nò pure di simulare una scaramuccia con la ciurma del-

le navi in armi, dicendo al cacicco che non avesse timore

dei caribes, se mai si spingessero fin lí. Tutto questo dice

l’Ammiraglio di aver fatto affinché tenessero per amici i

cristiani che lasciava, e per far si che li temessero. L’Am-

miraglio condusse Guacanagarí a mangiare con sé nella

casa dove era alloggiato, insieme con gli altri che veniva-

no con lui. E molto gli raccomandò Diego de Arana, e

Pero Gutiérrez, e Rodrigo de Escobedo che congiunta-

mente lasciava quali luogotenenti del contingente a pre-

sidio del forte affinché tutto fosse ben retto, e governa-

to per il servizio di Dio e delle Loro Altezze. Il cacicco

mostrò grande affezione per l’Ammiraglio, e gran pena

per la sua partenza, la quale pena crebbe quando lo vide

imbarcarsi. Disse all’Ammiraglio un dignitario di quel re

come costui avesse ordinato di fare una statua di oro pu-

ro, grande quanto lo stesso Ammiraglio, e che di lí a die-

ci giorni l’avrebbero portata. L’Ammiraglio si imbarcò

con il proposito di partir senza indugio, ma il vento non

glielo consentí.

Lasciò su quest’isola Española che gli indiani, dice,

chiamano Bohío, trentanove uomini nella fortezza e mol-

to amici, dice, di quel re Guacanagarí, e piú alti in gra-

do, come suoi luogotenenti, Diego de Arana, nativo di

Cordoba, e Pero Gutiérrez, credenziere del re, e secon-

do del dispensiere maggiore, e Rodrigo de Escobedo, na-

tivo di Segovia, nipote di fra’ Rodrigo Pérez ai quali de-

legò tutti i poteri che gli erano stati conferiti dai Re. La-

sciò loro tutte le mercanzie che i Re avevano ordinato di

comprare per i baratti, che erano in gran quantità, affin-

ché le barattassero e scambiassero con oro, oltre a tutto

ciò che trasportava la nave: lasciò loro anche pan biscot-

to per un anno, vino e molta artiglieria, e la barca affin-

ché essi, come marinai quali per lo piú erano, andassero,

quando lo ritenessero conveniente, a scoprire la miniera

d’oro, di modo che al suo ritorno l’Ammiraglio trovasse

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Cristoforo Colombo - Diario di bordo

assai oro, e un sito dove fondare una città, perché quel-

lo non era porto di suo gradimento, tanto piú che l’oro

che portavano fin lí proveniva, dice, da Levante, e quan-

to piú si fossero portati a levante tanto piú si sarebbero

trovati vicini alla Spagna. Lasciò loro anche sementi per

serninare; e i suoi ufficiali, lo scrivano e l’ alguacil e, tra gli altri, un carpentiere, un calafato e un buon artigliere

che ben s’intende di ordigni, e un bottaio, un medico, un

sarto e tutti, dice, uomini di mare.

Giovedí, 3 gennaio.

Neppure oggi salpò, ché la notte avanti, dice, erano

venuti tre degli indios



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